Prospettive degli NPL italiani per il 2025: il crescente pessimismo globale contribuisce al rallentamento dei volumi primari e all’aumento dei volumi secondari
Le prospettive economiche per l’Italia sono gradualmente peggiorate nei primi mesi del 2025, con le imprese italiane sempre più preoccupate per le prospettive di una nuovo conflitto commerciale internazionale che potrebbe pregiudicare la crescita.
Le previsioni del PIL per il 2025, comprese tra lo 0,8% e l’1%, suggeriscono una modesta ripresa rispetto allo 0,5% stimato per il 2024. Tuttavia, queste previsioni potrebbero sottovalutare i rischi associati alla rielezione del presidente Donald Trump e alle sue proposte di dazi sulle importazioni europee, che potrebbero aggravare il rallentamento della crescita nell’area euro e ridurre la domanda internazionale. Gli Stati Uniti sono un importante partner commerciale per l’Italia. Nei primi otto mesi del 2024, le esportazioni italiane verso gli USA sono state pari a 43,3 miliardi di euro, secondo i dati citati da BNP Paribas. Il significativo surplus commerciale dell’Italia rischia di essere compromesso dall’approccio protezionista di Trump, ponendo rischi per i settori trainati dalle esportazioni.
Si prevede che la domanda interna guiderà la crescita dell’Italia nel 2025, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Un recente sondaggio della Banca d’Italia evidenzia aspettative di espansione degli investimenti nella prima metà dell’anno. Tuttavia, le imprese riportano condizioni di investimento sfavorevoli a causa delle incertezze economiche, politiche e commerciali.
L’OCSE offre una prospettiva mista per l’anno. Sebbene la graduale eliminazione del Superbonus per la ristrutturazione degli edifici pesi sull’attività edilizia, l’accelerazione della spesa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrebbe sostenere la crescita, compensando parzialmente i venti contrari esterni. L’inflazione generale per il 2025 è prevista in calo all’1,1%, secondo la Commissione Europea, grazie alla stabilizzazione dei prezzi dell’energia. Inoltre, la moderazione delle pressioni salariali offrirà un certo sollievo. Nel frattempo, si prevede che la BCE continuerà a tagliare i tassi, con Capital Economics che prevede un graduale calo dal 3,0% attuale all’1,5% entro il terzo trimestre del 2025.
L’Italia ha bisogno di crescita per rispettare gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di deficit e debito, mantenendo il deficit sotto il limite del 3% dell’UE entro il 2026. Nel 2024, il deficit del governo era previsto in calo al 3,8% del PIL, rispetto al 7,2% del 2023. Nel 2025, il deficit dovrebbe ridursi ulteriormente al 3,4%, per poi scendere al 2,9% nel 2026, secondo la Commissione Europea.
Consolidamento del settore bancario
Il consolidamento sta ridefinendo il settore bancario italiano, con le banche che puntano a scalabilità, ottimizzazione del capitale e maggiore integrazione tecnologica nella gestione degli attivi deteriorati e nella vendita di prestiti, all’interno di un quadro normativo in rapida evoluzione. Tuttavia, le recenti tendenze mostrano un’inclinazione verso offerte non sollecitate, tradizionalmente rare.
A metà dicembre, UniCredit ha formalmente lanciato un’offerta pubblica volontaria di scambio interamente in azioni da 10,1 miliardi di euro per Banco BPM, con l’obiettivo di rafforzare le economie di scala e la presenza europea della banca. L’offerta segue il tentativo di UniCredit di acquisire Commerzbank in Germania, dopo aver inizialmente acquistato una quota del 9% a settembre. La partecipazione di UniCredit in Commerzbank è salita al 28%. Tuttavia, il governo tedesco è preoccupato per l’impatto dell’acquisizione sulla sovranità finanziaria della Germania.
L’offerta di UniCredit per BPM ha sollevato preoccupazioni simili nel governo italiano, poiché l’operazione rischia di compromettere il piano di fusione tra BPM e Monte dei Paschi di Siena, banca controllata dallo Stato. L’8 gennaio, Banco BPM ha presentato un reclamo antitrust, definendo l’offerta una “killer acquisition” progettata per eliminare la concorrenza e ostacolare l’acquisizione pianificata di Anima Holding. L’offerta affronta anche resistenze politiche, con il governo italiano che valuta l’attivazione del “golden power” per proteggere Banco BPM come asset strategico. Gli analisti ritengono che UniCredit potrebbe dover aumentare significativamente la sua offerta per ottenere l’approvazione degli azionisti, segnalando una trattativa complessa e potenzialmente prolungata.
All’inizio di gennaio, Banca Ifis ha annunciato un’offerta pubblica volontaria di acquisto e scambio per acquisire il 100% di Illimity Bank, valutando l’operazione circa 298 milioni di euro. Se avrà successo, l’operazione rafforzerà la posizione di Banca Ifis nel settore della finanza specializzata, espanderà la sua base di clienti PMI e genererà sinergie annuali stimate in 75 milioni di euro. Inoltre, migliorerà l’efficienza dei costi e fornirà accesso a nuovi segmenti di mercato, ma resta soggetta alle approvazioni regolatorie.
Prospettive sui crediti deteriorati
Le esposizioni deteriorate (NPE) in Italia sono aumentate leggermente a 54,8 miliardi di euro nel primo semestre del 2024, secondo PWC, interrompendo un declino durato un decennio, con afflussi annui di 17,0 miliardi di euro dopo anni di stabilizzazione. L’incremento delle NPE è stato determinato dai prestiti concessi dalle banche italiane alle aziende tedesche e francesi. Gli Unlikely-to-Pay (UtP) rappresentano ancora la componente principale (53,8%) dei crediti deteriorati. Lo stock di sofferenze si è ridotto a 19,6 miliardi di euro, mentre lo stock di crediti scaduti è aumentato leggermente a 5,7 miliardi di euro.
Grafico 1: Ripartizione delle sofferenze lorde per settore economico (H1-2024)
Fonte: Analisi PwC relativa a Banca d’Italia «Banche e istituzioni finanziarie: condizioni e rischiosità del credito per settori e territori», giugno 2024.
I tassi di default in Italia dovrebbero aumentare moderatamente nei prossimi 12 mesi, con sfide settoriali specifiche nella manifattura e tendenze europee più ampie nel settore immobiliare commerciale (CRE) e nelle PMI. Nonostante ciò, il sistema bancario italiano ha mostrato resilienza, con un calo del 17% dei prestiti in Stage 2 a 177 miliardi di euro.
Le transazioni annuali di NPL erano previste a 11,4 miliardi di euro nel 2024, tornando ai livelli pre-2017, riflettendo sia un minore stock di NPE nel sistema bancario sia condizioni macroeconomiche parzialmente avverse. Tuttavia, i prezzi di vendita dei portafogli di NPL sono in moderato aumento, a causa di una maggiore competitività e di volumi ridotti. Le banche hanno dato priorità a strategie di de-risking e condivisione del rischio attraverso modelli originate-to-distribute.
Grafico 2: Andamento delle transazioni di NPL nel mercato italiano (€mld)
Fonte: Stime PwC su informazioni pubbliche e voci di mercato.
Nei prossimi due anni, i volumi annuali delle transazioni di NPL sono previsti a 18 miliardi di euro e 5 miliardi di euro, rispettivamente, secondo Banca Ifis. Inoltre, nei 10 anni fino al 2024, il totale delle NPE in Italia è diminuito di circa 71 miliardi di euro, e si prevede che salirà a 84 miliardi di euro entro il 2026.
Grafico 3: Stima dell’importo totale delle NPE italiane in Italia (€mld)
Fonte: Ufficio Ricerca di Banca Ifis; stime interne da NPL Market Database di Banca Ifis, Banca d’Italia, Unirec e servicer budgets.
Mentre le vendite primarie di NPE dovrebbero rimanere contenute, l’attività del mercato secondario è cresciuta, rappresentando il 30% delle transazioni totali nel 2024. I cambiamenti normativi, inclusa la Direttiva sul Mercato Secondario, aumenteranno il numero di potenziali acquirenti nel mercato degli NPL, ma nel frattempo richiederanno l’adozione di un nuovo quadro normativo per la gestione degli NPL e una maggiore supervisione da parte della Banca d’Italia sui partecipanti alle transazioni secondarie.
(Diritti d'immagine: https://www.istockphoto.com/de/portfolio/i-max)
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