NPL Europe 2022: gli highlights della conferenza SmithNovak
La comunità europea degli NPL si è riunita a inizio maggio a Londra per la conferenza NPL Europe 2022, ospitata da SmithNovak. L’evento, durato due giorni, è stato ricco di tavole rotonde in cui sono stati affrontati un’ampia gamma di tematiche, dalle prospettive dei singoli mercati NPL alle operazioni di cartolarizzazione, intelligenza artificiale e data analytics, ESG nel mercato NPL, servicing, tecnologia e innovazione e molto altro ancora.
In questo breve riassunto, mettiamo in evidenza il panel di apertura – che ha offerto un aggiornamento sul mercato europeo – alla quale ha partecipato il fondatore e CEO di Debitos, Timur Peters.
Riassunto sul mercato europeo
Le principali aree di discussione sono state l’impatto dell’inflazione, l’indebolimento delle prospettive economiche e l’impatto della guerra in Ucraina sul mercato europeo degli NPL. Tra i punti salienti si segnalano:
- I prossimi round di vendite e di ristrutturazioni di prestiti non performanti (NPL) inizieranno nel 2023 o 2024 e saranno orientati verso le PMI. Andrés Rubio, managing partner di IMAN Capital Partners, ha dichiarato: “Una volta che [il prossimo ciclo di NPL] sarà partito, si muoverà molto rapidamente, ma i volumi delle transazioni non raggiungeranno i picchi dell’ultimo ciclo perché il sistema è meglio attrezzato per assorbirli [gli NPL]”.
- Gli investitori con maggiore capacity operativa saranno avvantaggiati con gli assets delle PMI per quanto concerne la determinazione dei prezzi, il ripristino dei flussi di cassa e la massimizzazione dei rendimenti. Rubio ha aggiunto: “Saranno i servicer con la loro capacity operativa ad avere un vantaggio nell’acquisto di NPL rispetto ai grandi fondi. Di conseguenza, credo che assisteremo a un consolidamento tra i servicer e ad alcune partnership strategiche tra fondi e servicer”.
- Italia: “La maggior parte degli impatti potenziali è prevista a partire dalla seconda metà dell’anno” secondo Katia Mariotti, Chief NPL Officer di Banca Ifis. Secondo Mariotti, l’Italia deve ancora vedere l’aumento dell’inflazione, i costi dell’energia e le conseguenze della guerra in Ucraina influiranno sull’andamento dei prestiti. L’aumento dei costi energetici colpirà sia le imprese che i privati. In definitiva, l’impatto della guerra e dell’inflazione sulle banche e sulle imprese dipenderà dal grado di intervento del governo. “Ci aspettiamo che il governo intervenga”, ha dichiarato Mariotti.
- Germania: “La crisi ucraina colpisce la Germania molto più della pandemia”, ha dichiarato Timur Peters, fondatore e CEO di Debitos. “L’economia tedesca dipende fortemente dalle catene di approvvigionamento globalizzate e dal petrolio e dal gas russo, ad esempio sia il settore manifatturiero e quello automobilistico saranno duramente colpiti dai disagi causati dalla guerra”.
- Per quanto riguarda i debitori più vulnerabili, Timur Peters ha affermato che: “Le aziende che sono sopravvissute alla pandemia perché hanno beneficiato di prestiti nell’ambito di politiche di moratoria dei pagamenti negli ultimi due anni, e che non hanno riserve di liquidità, saranno le prime candidate ad andare in default. Inoltre, le banche con un’esposizione significativa verso la Russia sono sotto pressione in questo momento”.
- Ritardi nei pagamenti dei prestiti e nuove morosità emergeranno in tutta Europa nella seconda metà dell’anno. Tuttavia, George Georgakopoulos, direttore generale per la Grecia di Intrum, si è detto ottimista sul fatto che la Grecia non avrà lo stesso problema di stati europei, soprattutto grazie alla riduzione della disoccupazione e all’imminente stagione turistica. “È probabile che in Grecia non si verifichi un’enorme ondata di NPL”.
- Il contesto economico è tale che si verificherà una forte correlazione tra il Regno Unito e le altre economie europee, a causa dei vincoli di accessibilità e dell’impatto delle variazioni dei tassi di interesse, secondo Carlos Gimeno, Strategy and Transactions Associate Director presso EY. “Il mercato è ancora molto liquido. Non abbiamo ancora visto gli aumenti dei tassi di riferimento tradursi in una riduzione della propensione al rischio degli investitori. Sebbene sia vero che il rischio si sta accumulando nel mercato, per ora gli investitori sembrano disposti ad assumerlo e stanno ancora valutando i portafogli in modo accurato”.
- Intenzioni di investitori e venditori NPL: secondo un sondaggio condotto da Ashurst e FTI Consulting, la strategia preferita per la risoluzione di NPL è quella dei workout interni, seguiti da quelli tramite joint venture. Mark Edwards, presidente del panel e partner in Ashurst, ha dichiarato: “Le strutture di vendita tradizionali sono state, forse sorprendentemente, meno popolari. È un segno di maturità del mercato il fatto che i venditori, dopo un decennio di attività, abbiano instaurato partnership contrattuali con terzi, sui quali possono fare affidamento per stipulare accordi significativi di joint venture a lungo termine”.
- L’indagine ha mostrato che l’ostacolo più significativo per portare avanti una transazione NPL è rappresentato dai timori per la trasparenza legati al calo del valore degli asset, che potrebbe essere percepito come dannoso per la reputazione commerciale di un istituto, seguito dai costi della transazione. L’indagine ha anche mostrato che i venditori sono maggiormente interessati a vendere prestiti garantiti da immobili commerciali, seguiti dai prestiti alle PMI relativi al periodo Covid e dai prestiti non conformi alle norme ESG. Per quanto riguarda le aree geografiche gli investitori sono stati più propensi a investire in NPL nel Regno Unito negli ultimi due anni, registrando comunque un forte interesse anche per Italia, Spagna e Portogallo.
Punti salienti della conferenza
- Nella discussione relativa alla spagna, i relatori hanno discusso l’impatto della gara d’appalto di Sareb sul mercato del servicing e la possibilità di un consolidamento (un tema discusso anche nell’aggiornamento del mercato europeo). Nella sessione italiana sono state esaminate le strategie necessarie per il workout dei prestiti del periodo pandemico e dei prestiti a rischio di insolvenza.
- Nel panel tedesco si è discusso dell’effetto delle moratorie sugli stock di NPL e delle classi di attività più a rischio di default. Il panel del Regno Unito, invece, ha discusso l’evoluzione degli indici NPL negli ultimi due anni, l’impatto del centro commerciale NatWest come catalizzatore di ulteriori operazioni e l’impatto dell’abolizione del blocco dei licenziamenti nel Regno Unito.
- Nella sessione dedicata alle cartolarizzazioni NPL, i relatori hanno parlato del ruolo della tecnologia nelle transazioni complesse. Nella sessione separata sull’IA e l’analisi dei dati, i relatori hanno riflettuto sull’uso dell’IA nel mercato degli NPL e sulla possibilità che essa possa davvero favorire le decisioni di investimento.
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