February 21, 2024 10:41 am

L’economia tedesca vacilla con previsioni di insolvenza in aumento nel 2024

La Germania è stata l’unica economia del G7 a contrarsi nel 2023, recuperando un appellativo indesiderato come il grande malato d’Europa. Le prospettive non sembrano poter migliorare significativamente nel corso del 2024. Una serie di dati economici rilasciati alla fine del 2023, e pubblicati all’inizio di gennaio, rivelano un’economia anemica. L’inflazione complessiva misurata sull’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) ha registrato un’ulteriore accelerazione alla fine dell’anno, mentre produzione industriale, vendite al dettaglio, commercio estero e attività economica sono tutte diminuite, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica. L’effetto netto è stato una contrazione del PIL tedesco dello 0,3% lo scorso anno, secondo una stima preliminare, evitando per poco una recessione tecnica ma segnando la peggiore performance delle principali economie nel 2023. “In Germania, il complessivo sviluppo economico ha vacillato nel 2023 in un contesto ancora segnato da molteplici fattori di crisi”, ha spiegato Ruth Brand, capo dell’agenzia statistica.

 

Tutti i dati preannunciano un ulteriore deterioramento dell’economia

L’inflazione è probabilmente sulla via del declino nel lungo termine, anche se questo non è ancora pienamente rilevabile dai dati. Alla fine dello scorso anno, l’inflazione complessiva misurata sullo IAPC è salita al 3,8% a dicembre, trainata dagli effetti di base dei sussidi energetici concessi una tantum dal governo un anno prima. I prezzi elevati hanno causato un crollo delle vendite al dettaglio in Germania del 2,5% a novembre, il più grande calo mensile mai registrato. Le vendite al dettaglio annuali sono diminuite del 3,1% nel 2023, rispetto all’anno precedente. C’è stato un barlume di speranza nei dati sull’inflazione del IPC core di dicembre (escludendo i prezzi alimentari ed energetici), che è sceso al 3,5%, supportando la tesi che l’inflazione stia complessivamente diminuendo. La produzione industriale è diminuita dello 0,7% a novembre per il sesto mese consecutivo secondo gli ultimi dati pubblicati, ed è diminuita del 4,8% su base annua. Il commercio estero è anche lui diminuito nonostante i prezzi in calo, a causa della crescita globale debole e della debole domanda interna. A dicembre, le esportazioni al di fuori dell’UE si sono contratte dello 4,0% rispetto al mese precedente e su base annua dell’1,7%. Le esportazioni annuali totali sono infine diminuite anche se meno rispetto alle importazioni (rispettivamente 1,8% contro 3,0%), fornendo un certo sostegno al PIL interno.

 

I dati cupi influenzano il sentiment per l’anno a venire. L’IFO Business Climate Index di gennaio suggerisce che la Germania abbia iniziato l’anno in condizioni recessive. Gli ostacoli di breve termine includono gli impatti ritardati di una politica monetaria più restrittiva e l’attesa stretta della politica fiscale che vanificherà le speranze di ripresa per il consumo privato e la domanda di investimenti. L’inasprimento fiscale ha già ricevuto il dissenso dell’industria, sottolineando la delicata sfida che si prospetta. Agricoltori e autotrasportatori tedeschi hanno organizzato una settimana di proteste a livello nazionale contro i piani del governo che ambiscono a tagliare i sussidi in questi 2 settori. Le proteste hanno portato a un blocco della produzione presso lo stabilimento Volkswagen di Emden, nella Germania nord-occidentale. Allo stesso tempo, le prospettive per la domanda estera rimangono molto contenute.

 

Contrariamente a questa previsione, la Bundesbank, la Banca Centrale Tedesca, ha pubblicato un set ottimistico di previsioni economiche a metà dicembre, tra cui una modesta crescita del PIL reale (0,4%), trainata dalla ripresa nella domanda di esportazioni e dei consumi privati. Secondo la Bundesbank, la stabilità del mercato del lavoro tedesco, la forte crescita dei salari e il calo dell’inflazione (che si prevede scenderà al 2,7% grazie alla riduzione dei costi dell’energia e degli alimenti), consentiranno un aumento del reddito reale delle famiglie, stimolando il consumo e sostenendo l’attività economica interna. Si prevede, inoltre, una ri-normalizzazione delle catene di approvvigionamento. Queste previsioni sembrano già troppo rosee e precedono l’esplosione geopolitica nel Mar Rosso, che ha fornito un nuovo impulso inflazionistico e un rischio di interruzione delle catene di approvvigionamento. In confronto, Capital Economics prevede una crescita zero del PIL nel 2024 e avverte: “Gli investimenti residenziali e aziendali sono destinati a contrarsi, mentre l’intero settore edile sta andando incontro ad uno scenario in rapida contrazione, aggravato dalla nuova polica fiscale inasprita dal Governo. Secondo le previsioni la produzione industriale è probabile che diminuisca ulteriormente nel corso del 2024, poiché i costi energetici rimangono molto elevati. “La debolezza della domanda aggraverà le difficoltà dell’industria tedesca quest’anno”. L’antica predominanza della Germania come potenza industriale sembra ormai un lontano ricordo, poiché diverse industrie importanti sono in difficoltà, offuscando l’ottimismo che la lotta contro l’inflazione possa essere quasi terminata. Il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha confermato che i tassi di interesse hanno toccato il picco, lasciando intendere tagli già ad aprile. I tassi del mercato dei capitali e dei prestiti sono scesi dall’inizio di novembre, il che favorirà i requisiti di rifinanziamento e i costi del servizio del debito.

 

Settore manifatturiero, automobilistico e edile in difficoltà

Il settore manifatturiero energivoro tedesco si sta impegnando per identificare e sostituire l’energia a basso costo della Russia con un’alternativa sostenibile per sostenere i margini e la competitività. Le medie imprese manifatturiere della Germania avvertono di essere oberate dalla burocrazia, mentre la carenza di forniture e la scarsità di risorse in settori come quello automobilistico stanno bloccando il completamento degli ordini. In un sondaggio condotto a novembre dalla VDA, l’associazione tedesca per l’industria automobilistica, circa un terzo (35%) delle aziende automobilistiche e dei fornitori stavano pianificando di trasferirsi fuori dalla Germania, guidati dall’attuale ambiente di vendita e dalle prospettive, dai prezzi dell’elettricità elevati e dalla burocrazia lunga e dispendiosa. “Le medie imprese automobilistiche in Germania soffrono immensamente per via della burocrazia e dei costi energetici elevati”, ha spiegato il presidente della VDA, Hildegard Müller. “Il fatto che sempre più aziende spostino gli investimenti all’estero è un segnale d’allarme per Berlino! È importante adottare contromisure e sostituire l’attuale impantanamento nei dettagli normativi con strategie a lungo termine per una maggiore competitività.”

Nel settore delle costruzioni, la domanda è diminuita del 2,9% a novembre rispetto al mese precedente in quanto gli elevati costi di finanziamento hanno reso costoso lo sviluppo, insieme ai costi di costruzione dei materiali e alla carenza di manodopera qualificata. Tutto ciò ha frenato l’attività di sviluppo residenziale e commerciale.

La debole domanda non è riuscita a sostenere i prezzi delle case residenziali nazionali, che sono diminuiti su base annua del 10,2% nell’anno fino alla fine del terzo trimestre, secondo gli ultimi dati, segnando il declino più forte dalla serie storica iniziata nel 2000. “Fino al 2022, c’era una bolla speculativa dei prezzi in Germania, una delle più grandi degli ultimi 50 anni”, ha spiegato Konstantin Kholodilin del dipartimento di macroeconomia dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW). “I prezzi sono in calo da allora. La bolla è scoppiata.” Il sentiment nei confronti dell’edilizia è sceso a un minimo storico a dicembre, secondo il Business Climate Index IFO, e continua a deteriorarsi. I costruttori hanno citato un aumento delle cancellazioni degli ordini, bassi backlogs degli ordini e la riduzione dei sussidi governativi. Nel secondo semestre dello scorso anno, tre importanti aziende di costruzione tedesche hanno presentato domanda di fallimento, Development Partner, Project Immobilien Group ed Euroboden GmbH. “Le aspettative eccezionalmente deboli mostrano che le aziende attualmente non hanno speranza”, spiega Klaus Wohlrabe, responsabile delle indagini presso IFO. “Le prospettive per il 2024 sono cupe.” Il governo tedesco prevede di non raggiungere il suo obiettivo di costruzione di 400.000 nuovi appartamenti quest’anno e il prossimo. Il Ministro Federale dell’Edilizia Klara Geywitz ha riferito che si aspetta vengano completati 265.000 appartamenti nel prossimo anno in Germania.

 

Prospettiva del credito: le insolvenze in Germania aumenteranno nel 2024 con settori immobiliare commerciale e di sviluppo a rischio

Si prevede che il tasso di insolvenza in Germania acceleri quest’anno, dopo il già marcato aumento del 2023. Le società tedesche stanno lottando a causa della stagnazione economica interna, dei tassi di interesse elevati, dell’aumento dei salari, dei prezzi elevati dell’energia e di una stretta di bilancio del governo. Inoltre, molte “aziende zombie”, mantenute a galla durante la pandemia grazie agli aiuti generosi del governo e alla sospensione dell’obbligo di presentare istanza di fallimento, stanno finalmente iniziando a fallire. Di conseguenza, si prevede che quest’anno le insolvenze aumenteranno tra il 10% e il 30%, riporta il Financial Times, portandole al di sopra dei livelli pre-pandemici.

Il mercato dei debiti in sofferenza della Germania diventerà sempre più attivo nell’anno a venire. Le società altamente indebitate con scadenze a breve termine stanno avendo difficoltà a rifinanziarsi. Le società immobiliari, inclusa Signa Holding, così come gli sviluppatori, sono sotto pressione a causa delle valutazioni in calo, poiché il costo del capitale e quello dei materiali da costruzione rimangono elevati.

Signa, il gruppo immobiliare che possiede quasi tutti i grandi magazzini della Germania e parte di Selfridges a Londra, ha presentato istanza di amministrazione alla fine di novembre, lasciando i creditori di tutto l’impero immobiliare in affanno per valutare la loro esposizione. Alla fine di gennaio, KaDeWe, il grande magazzino esclusivo della Germania che era un inquilino chiave nell’impero di Signa, ha presentato istanza di amministrazione. KaDeWe non è riuscito a pagare gli affitti in aumento richiesti dal Gruppo Signa e ha richiesto una ristrutturazione urgente, ha riportato il Financial Times. Julius Baer, l’istituto di credito svizzero che era uno dei più grandi creditori di Signa, ha registrato un calo del 52% nei profitti annuali, a causa della sua esposizione al gruppo immobiliare Signa. Il suo CEO Philipp Rickenbacher si è dimesso. La ristrutturazione societaria di Signa dovrebbe essere una delle più complesse dalla crisi finanziaria, con debiti provenienti da molti creditori in Europa e in molte forme.

Un’accelerazione dei default sui prestiti potrebbe mettere in pericolo le banche, avverte Bafin, l’autorità di regolamentazione finanziaria tedesca, in particolare le banche insufficientemente diversificate. Bafin invita le banche ad adottare maggiori precauzioni in materia di rischi e a garantire disposizioni più rigorose per prevenire possibili problemi sul mercato immobiliare commerciale. Secondo la Bundesbank, nel quarto trimestre 2023 la domanda di nuovi prestiti è diminuita. Secondo le previsioni di EY, la domanda di prestiti dovrebbe rallentare al 2,1% quest’anno, dopo il 3,8% nel 2023 e il 6,9% nel 2022. Nel settore immobiliare, le previsioni di crescita sono ancora più basse, con appena l’1,8%.

Questo post è stato scritto da Timur Peters

Timur Peters is the founder of Debitos GmbH. He holds a diploma in finance and law. He has more than 10 years’ experience in the range of finance.
Before Founding Debitos Timur Peters was responsible in the distribution of Software for Banks and Financial Institutions for Comarch for the D/A/CH Region. Next to this he has worked for several years as a self employed Project Consultant in the area of Financing of Litigation cases, Peer2-Peer Credit Marketplaces and other online projects for financial institutions.

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