March 26, 2024 10:13 am

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Italia e Spagna nel 2024: revisione e prospettive macro e sugli NPL

La Banca d’Italia ha ridotto dello 0.6% le previsioni di crescita del PIL per il 2024 dopo che gli economisti inquadrato la fine del 2023 come un’economia in stagnazione. Il ciclo di politiche moentarie restrittive, le tensioni geopolitiche, l’elevata inflazione e la debole crescita salariale hanno continuato a pesare sugli investimenti e sul consumo delle famiglie. Inoltre, la politica monetaria più restrittiva nell’area euro ha aumentato il premio per il rischio sui titoli di Stato italiani, mantenendo elevati i costi di finanziamento per le imprese.

 

ING prevede una leggera contrazione del PIL nel quarto trimestre, con il settore industriale che funge da freno all’inizio del nuovo anno. La produzione industriale italiana ha reso più di quanto previsto a dicembre, aumentando del 1,1% su base mensile, secondo quanto riportato dall’ISTAT, l’ufficio nazionale di statistica italiano. Tuttavia, il tasso annuo di produzione industriale è diminuito del 2,1%, riflettendo una debolezza più ampia dell’economia tedesca e anche dall’impatto della Cina.

 

Si riporta che Giorgia Meloni, primo ministro italiano, veda più rapide possibilità di crescita per l’economia italiana rispetto a quelle previste in media per l’Unione Europea nel 2024, nonostante le previsioni meno favorevoli della Commissione Europea per il Paese. Nelle sue ultime proiezioni economiche, infatti, la Commissione Europea prevede una crescita del PIL rivista al ribasso allo 0,9% nell’UE, allo 0,8% nell’area euro e allo 0,7% per l’Italia nel 2024.

 

Nel 2024 si prevedono pressioni inflazionistiche più persistenti. Si prevede che l’indice dei prezzi al consumo armonizzato europeo scenda dal 6.3% nel 2023 al 3.0% nel 2024 e al 2.5% nel 2025. Nell’area Euro, si prevede che rallenti dal 5,4% nel 2023 al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. L’interruzione nelle catene di approvvigionamento limiteranno l’attività di import-export a causa degli attacchi alle navi cargo nel Canale di Suez, una delle rotte marittime più significative al mondo. Si prevedono esportazioni in espansione, in linea con la domanda estera, e si manterrà, invece, sotto controllo la crescita delle importazioni, a causa della scarsa spesa per investimenti in beni strumentali. La fiducia delle imprese è leggermente aumentata nel mese di gennaio nei settori manifatturiero, delle costruzioni e del commercio al dettaglio, anche se il volume degli ordini è rimasto stabile, a livelli bassi.

 

Secondo la Banca d’Italia sono previsti rallentare sensibilmente gli investimenti nel settore privato, frenati dall’aumento dei costi dell’indebitamento, dalle condizioni di accesso al credito più rigide e dallo sfumato impatto degli incentivi nell’edilizia. L’attività economica in Italia riceverà un sostegno solo graduale dall’eventuale allentamento monetario della BCE. Più significativi saranno, invece, l’efficacia e il ritmo della spinta finanziaria dell’Italia derivante dagli investimenti pubblici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. (PNRR).

 

Entro il 2025, le previsioni sul PIL aumentano all’ 1,1%, a causa degli effetti positivi attesi dai tassi di interesse più bassi nel periodo di previsione. L’occupazione, che si è fortemente espansa nel 2023, dovrebbe continuare a crescere, anche se a un ritmo inferiore rispetto a quello previsto per il PIL, secondo la Banca d’Italia. Contrariamente, il tasso di disoccupazione è previsto diminuire lentamente, raggiungendo poco meno del 7,5% entro il 2026.

 

Nel mercato italiano dei crediti deteriorari (NPL), si ritiene che la scarsa performance di alcune cartolarizzazioni GACS esistenti stiano impedendo il rilancio dello schema, scaduto alla fine del 2022. Secondo Scope Research, 14 delle prime 25 transazioni GACS hanno under-performato rispetto ai loro business plan iniziali, mentre gli incassi annuali degli NPL sono stati di €226 milioni, pari al 21% rispetto alla precedente media biennale.

 

Questo calo è stato determinato, secondo i dati di Scope Ratings, da un minor ricorso a procedure stragiudiziali: le discounted purchase offers (DPO) sono diminuite del 36% e le vendite di titoli di credito del 38%. “Durante la pandemia, quando i tribunali erano chiusi, i servicer si sono affidati a metodi alternativi di recupero (DPO e vendite di titoli di credito). Ma, poiché i tribunali stanno di nuovo lavorando come prima, i servicer italiani di NPL favoriscono l’approccio giudiziario che, in generale, garantisce entrate più alte ma richiede più tempo. Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse e lo scenario macroeconomico sotto stress hanno ridotto il margine sulle strategie stragiudiziali”, ha scritto Scope.

 

Nel 2023 sono state completate 42 transazioni in totale con un valore lordo complessivo (GBV) di €12,3 miliardi, inferiore del 67,4% di GBV rispetto al 2022. Tuttavia, gli afflussi di nuovi NPE italiani sono scesi raggiungendo il più basso livello dagli ultimi tre anni, secondo PricewaterhouseCoopers, poiché le conseguenze del regime di moratoria sui prestiti e oltre €300 miliardi di prestiti garantiti dal governo dell’era pandemica hanno contribuito a contenere nuove insolvenze. Si stima che lo stock di NPE in Italia abbia raggiunto I minimi storici di €56 miliardi nel 2023, in calo dai €397 miliardi del 2015, secondo i dati di PwC. Mentre l’ambiente ad alto tasso di interesse migliora la redditività delle banche sui nuovi prestiti, aumenta anche i rischi di insolvenza per le imprese che faticano ad assorbire gli alti costi di indebitamento prolungati. Questo clima, inoltre, aumenta i costi di finanziamento per le banche, comporta un rallentamento della domanda di credito e un potenziale deterioramento della qualità del credito. Con oltre €300 miliardi di NPE che devono ancora essere gestiti e recuperati, vi è un volume considerevole che stimolerà un vivace mercato secondario nel corso nei prossimi anni.

 

Spagna: l’economia europea più performante per il secondo anno consecutivo

 

Si prevede che nel 2024 la Spagna sia l’economia più performante dell’unione monetaria per il secondo anno consecutivo. L’economia spagnola è rallentata nel 2023, ma è continuata a crescere a un ritmo relativamente veloce. Il PIL annuo è previsto rallentare al 1,7% quest’anno, dopo il 2,5% nel 2023, secondo le previsioni della Commissione europea. Il PIL crescerà poi al 1,9% nel 2025 e all’1,7% nel 2026, prevede la Banca di Spagna.

 

Nel quarto trimestre l’economia spagnola è cresciuta dello 0,6%, sostenuta dalla domanda interna. Il settore manifatturiero spagnolo è un motore economico meno dominante rispetto a quello tedesco ed è anche meno dipendente dalle esportazioni cinesi. Detto ciò, la sovraperformance economica della Spagna sta diminuendo. I consumatori e le imprese stanno sentendo sempre di più l’impatto dei tassi di interesse in crescita, mentre si registra un esaurimento delle risorse risparmiate durante il periodo pandemico e una riduzione degli scambi internazionali a causa della crescente criticità dell’ambiente globale.

 

Anche il consumo delle famiglie continua ad essere moderato, poiché una politica monetaria restrittiva si riflette sull’economia in più elevati costi di indebitamento, limitate erogazioni di prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, minor fiducia dei consumatori e domanda di credito. I nuovi prestiti alle imprese sono nettamente inferiori. Anche se quest’anno i tassi dovrebbero iniziare a scendere, l’impatto dell’allentamento monetario è tipicamente differito nell’economia.

Si prevede che la dinamica della sottostante inflazione si attenuerà, poiché i prezzi dell’energia e dei generi alimentari si normalizzano entrambi. Nei settori del tempo libero, dell’ospitalità e del turismo i prezzi hanno iniziato a moderarsi. Tuttavia, le pressioni inflazionistiche residue avranno comunque un effetto mitigante sull’attività economica, sebbene in misura minore. L’inflazione complessiva è scesa al 3,4% nel 2023 e si prevede che sarà del 3,3% nel 2024, del 2,0% nel 2025 e del 1,9% nel 2026, secondo la Banca di Spagna. L’inflazione core (esclusi energia e alimentari) è prevista scendere dal 4,6% nel 2023 al 3,0% nel 2024, secondo Caixa Bank. Il tasso di disoccupazione diminuirà dal 12,9% nel 2022 al 12,1% nel 2023 e diminuirà lentamente, attestandosi intorno all’11%, nel periodo 2024-2026. Si prevede che il rapporto debito/PIL diminuirà gradualmente nel 2023, trainato da una forte crescita nominale del PIL, e poi si stabilizzerà al 106,5% nel 2024 e nel 2025.

 

I rischi di ribasso sono aumentati con l’emergere di un nuovo flashpoint geopolitico in Medio Oriente, che potrebbe compromettere le catene di approvvigionamento globali, nonchè la debolezza di altre economie importanti, in particolare Germania e Cina.

 

In questo contesto, il sistema bancario spagnolo si è dimostrato resiliente. I tassi di NPL continuano a diminuire e i mercati di finanziamento bancario all’ingrosso si sono normalizzati. Con i tassi di interesse previsti rimanere alti più a lungo, ci si aspetta un graduale deterioramento della qualità creditizia. Il maggior costo del capitale crea un elemento di vulnerabilità nei mercati di finanziamento delle imprese, che può portare a insolvenze tra le imprese con una minore capitalizzazione.

 

Il tasso di NPL spagnoli è sceso al 3,4% alla fine del primo semestre del 2023, secondo la Banca di Spagna, rimanendo sul suo trend discendente, trainato dai miglioramenti tra crediti residenziali e corporate non finanziari. L’attività di fusione e acquisizione nel settore dei servizi di gestione dei crediti è stata vivace. A marzo 2023, Finsolutia è stata venduta a Pollen Street, e due mesi dopo Intrum ha chiuso l’acquisto di Haya Real Estate. Haya Real Estate gestisce oltre 200.000 asset immobiliari e detiene €60 miliardi di debito in gestione. Anche KKR ha accettato la vendita del servicer Hipoges per €200 milioni, mentre Lone Star e CaixaBank stanno negoziando la vendita della controllata Servihabitat a Pollen Street.

Questo post è stato scritto da Timur Peters

Timur Peters is the founder of Debitos GmbH. He holds a diploma in finance and law. He has more than 10 years’ experience in the range of finance.
Before Founding Debitos Timur Peters was responsible in the distribution of Software for Banks and Financial Institutions for Comarch for the D/A/CH Region. Next to this he has worked for several years as a self employed Project Consultant in the area of Financing of Litigation cases, Peer2-Peer Credit Marketplaces and other online projects for financial institutions.

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