Il mercato europeo degli NPL nel 2021: Grecia, Spagna e Italia guidano la ripresa
Il mercato europeo dei crediti in sofferenza (NPL) è tornato nel 2021 ai livelli pre-pandemici guidato dal deleveraging in Grecia, Italia e Spagna. I dati pubblicati da React News indicano un voulme delle cessioni nel corso del 2021 pari a 114,2 miliardi di euro. Tuttavia, gran parte dell’attività riguardava esposizioni pre-pandemiche. Le aspetattive delle banche europee restano ancora avvolte da un velo di incertezza in merito agli effetti catastrofici che il ciclone pandemico potrà portare sulla qualità degli asset e in che misura sarà innescata una nuova ondata di NPL sul mercato legato al periodo Covid-19.
Secondo la relazione annuale sulla valutazione del rischio (risk assessment) condotto dall’Autorità Bancaria Europea (EBA), pubblicata nel mese di dicembre, sia le riserve di capitale delle banche, che la liquidità disponibile e la qualità degli asset sono migliorate nel 2021 rispetto agli anni precedenti, fatta eccezione per i prestiti garantiti nei settori più sensibili alla pandemia. Un ampio sostegno fiscale e monetario ha consentito di contenere le percentuali di NPL all’interno degli attivi bancari, mentre le stesse banche sono state resilienti nel corso della pandemia. Le misure che includono i sistemi di protezione dei lavoratori, le garanzie statali sui prestiti e le moratorie sui rimborsi hanno compensato l’interruzione dei flussi di cassa dei debitori causata dalla pandemia. La lunga serie di politiche protettive, che includevano la sospensione del diritto dei creditori di presentare istanza di insolvenza nei confronti dei mutuatari, insieme al mantenimento dei tassi di interesse a livelli contenuti e a schemi nazionali di cartolarizzazione degli NPL, ha visto i rapporti NPL delle banche europee scendere al 2,1% nel 2021, secondo l’EBA. Gli NPL sono scesi del 5% a 419 miliardi di euro nel 2021. Mentre i settori più vulnerabili alle misure Covid hanno avuto livelli di NPL più alti, sono stati riscontrati anche segni di miglioramento verso la fine dello scorso anno.
Gli effetti completi della pandemia sui bilanci bancari europei, e le implicazioni per la futura attività europea degli NPL, non sono ancora pienamente visibili. Questo articolo si propone di esaminare l’attività degli NPL europei nel 2021, concentrandosi sui mercati e le regioni più attive.
Grecia
La Grecia è stata il mercato più attivo in tutta l’area europea, con un valore totale di 45,9 miliardi di euro, considerando sia le transazioni di NPL concluse che quelle attualmente in corso, secondo i dati di Deloitte. Le transazioni sono state guidate dal deleveraging pre-pandemico attraverso il modello di distribuzione degli NPL di grande successo del paese, l’Hellenic Asset Protection Scheme (HAPS). Nell’ambito dell’HAPS, lo Stato greco garantisce le note senior cartolarizzate mentre gli investitori privati acquistano le obbligazioni mezzanine e junior. In totale, gli NPL nei libri delle banche greche sono diminuiti dal 48,5% del dicembre 2016 a quasi il 10% alla fine del 2021, riportando virtualmente il settore alla normalità.
Tra le operazioni più importanti figurano i 6 miliardi di euro relativi a Project Frontier NPL promosso da National Bank of Greece nei confronti di Bain Capital Credit, Fortress Investment Group e doValue Greece; l’operazione da 7,2 miliardi di euro denominata Sunrise I di Piraeus Bank, composto da 205.000 posizioni NPL; e i 10,8 miliardi di euro di Project Galaxy NPL di Alpha Bank, con Davidson Kempner che ha acquistato il 51% delle note mezzanine e junior. Nel più ampio mercato dell’Europa centrale, orientale e sudorientale (CESEE), l’impatto del Covid-19 sui nuovi NPL è stato limitato, con una pressione ridotta sulle vendite grazie ai robusti livelli di accantonamento in essere delle banche e alla conclusione della maggior parte delle ristrutturazioni distressed.
Italia
Le misure di sostegno del governo hanno frenato il deterioramento del credito e hanno isolato le banche italiane dall’aumento delle esposizioni NPL. Di conseguenza, le banche italiane sono state solo marginalmente colpite dal Covid-19 fino ad oggi. Tuttavia, la pandemia ha fatto scendere l’attività degli NPL ai livelli più bassi dal 2008. Secondo i dati di PwC, le transazioni italiane di NPL dovrebbero raggiungere circa 32,2 miliardi di euro nel 2021. Questo conteggio comprende 20,2 miliardi di euro di transazioni NPL e Unlikely-to-Pay (UtP) e include fino a 12 miliardi di euro di operazioni attualmente in corso. In una previsione separata, Banca Ifis stima che lo scorso anno siano stati completati circa 34 miliardi di euro di NPL. Questo dato si confronta con i circa 40 miliardi di euro dei 2 anni precedenti, che a loro volta sono stati testimonianza di un deterioramento del mercato dal picco del 2018, in cui il valore totale delle transazioni NPL ammontava a 84,1 miliardi di euro.
Nel 2021, il valore lordo degli UtP delle banche ha raggiunto i 49 miliardi di euro, superando il valore degli NPL tradizionali che si attesta a 45 miliardi di euro, certificando ulteriormente il segmento UtP come componente significativa e matura all’interno del mercato. Complessivamente, lo stock totale di NPL, comprese le esposizioni nei portafogli degli investitori, si attesta intorno ai 350 miliardi di euro.
Nel corso del 2021 sono state completate quattro cartolarizzazioni di NPL GACS – per un valore totale di 8,1 miliardi di euro – in cui risalta la cartolarizzazione UniCredit di un portafoglio NPL da 2,2 miliardi di euro definita con Olympia SPV srl. Le altre tre operazioni che hanno ottenuto la garanzia pubblica sono: Project Rockets da 1,5 miliardi di euro che coinvolge Banco BPM; una seconda cartolarizzazione da 1,3 miliardi di euro di Iccrea Banca relativa a un portafoglio di leasing immobiliare; e infine un’operazione da 3,1 miliardi di euro condotta da Intesa Sanpaolo e BPER. Nei cinque anni in cui lo schema GACS ha operato, le banche italiane hanno chiuso 39 operazioni GACS NPL per un valore di circa 96 miliardi di euro, secondo i dati di PwC.
Sul mercato secondario, i volumi hanno raggiunto i 5 miliardi di euro, trainati dalla vendita del portafoglio di Cerberus a Banca Ifis per 2,8 miliardi di euro. Anche Illimity Bank si attesta come player molto attivo nel settore, chiudendo due transazioni nel corso del 2021 per un totale di 250 milioni di euro. Infine, doValue, il principale loan servicer del Sud Europa in termini di masse gestite, è stato selezionato come partner chiave per la strutturazione di entrambe le operazioni di cartolarizzazione GACS di Unicredit e Iccrea Banca, raggiungendo una quota di mercato del 70% nei mandati GACS italiani nel 2021.
Spagna
L’attività degli NPL in Spagna ha registrato una crescita modesta nel corso dell’anno, anche se inferiore rispetto alle aspettative del mercato. Tra le operazioni di maggior rilevanza figurano la cessione di un portafoglio NPL residenziale da 576 milioni di euro di CaixaBank, che comprende 4.500 proprietà, e tre portafogli NPL di Banco Santander: un portafoglio NPL denominato Project Talos da 600 milioni di euro e venduto a Marathon Asset Management per un valore prossimo ai 100 milioni di euro, e due portafogli di crediti con sottostanti legati al settore alberghiero spagnolo venduti rispettivamente per 136 milioni di euro e 70 milioni di euro. La vendita di un altro portafoglio, Project Titan NPL del valore di 600 milioni di euro composto da prestiti residenziali e PMI, è attualmente in corso.
Due sono le ragioni che vengono in mente per i relativamente bassi livelli di attività. In primo luogo, le banche sono state salvate da maggiori inadempienze – specialmente nei settori del commercio al dettaglio, del turismo e dell’ospitalità – dopo che la scadenza della moratoria sui rimborsi dei prestiti all’inizio del 2021 ha coinciso con una forte ripresa dell’economia e, in secondo luogo, le stesse banche erano sufficientemente capitalizzate per estendere le rinunce ai covenant ai debitori. Le banche quindi sono state motivate dall’ipotesi che l’andamento del mercato relativo ai settori più sensibili alla pandemia, come gli alberghi, sarebbe migliorato notevolmente nel 2022. Tuttavia, se la variante Omicron ritarda o vanifica le migliori condizioni di mercato a breve termine, alcuni di questi NPL saranno stati solamente posticipati e non evitati. La Spagna ha ancora uno dei maggiori stock di NPL in Europa.
Germania
Il valore degli NPL, sia in termini assoluti che percentuali, rimane uno dei più bassi di tutta l’Unione europea. Le banche tedesche avevano 31 miliardi di euro di NPL (rapporto: 1,9%) alla fine del terzo trimestre 2021, secondo l’EBA. Tuttavia, solo €1,8 miliardi erano PMI (rapporto: 4,8%), mentre €0,8 miliardi (rapporto: 2,1%) riguardava esposizioni immobiliari commerciali; si stima inoltre che entrambi i valori siano ulteriormente diminuiti rispetto alla seconda metà dello scorso anno.
Regno Unito e Irlanda
L’attività sugli NPL è stata tranquilla per diversi anni nel Regno Unito. Un’eccezione è rappresentata da Project Mercatus, operazione NPL per un valore di 400 milioni di sterline promossa da NatWest a favore di un consorzio di investitori con sottostante di natura commerciale; tra gli investitori figurano Attestor, Octane Capital Partners ed Ellandi. L’operazione ha avuto un ruolo catalizzatore per una più ampia attività di transazioni al dettaglio, che sottolinea l’utilità degli NPL come strumento per reimpostare i prezzi di mercato. Successivamente, Ulster Bank ha definito la vendita di un intero portafoglio di prestiti corporate e commerciali in bonis da 4,2 miliardi di euro ad AIB per un prezzo vicino al 50% del GBV, mentre la banca esce dall’Irlanda causando un’indagine sulla concorrenza. Nel mese di novembre, AIB ha definito a sua volta un’operazione per la vendita ad Allica Bank di un portafoglio di prestiti rivolto alle piccole imprese del Regno Unito pari a 600 milioni di sterline.