Come prepararsi alla tempesta in arrivo: pianificazione dello scenario e digitalizzazione
Il settore bancario si sta preparando ad una tempesta caratterizzata da una moltitudine di variabili per lo più prevedibili. Ad esempio, i regolatori e gli analisti possono prevedere quali banche, industrie e giurisdizioni si troveranno ad affrontare le conseguenze più gravi in seguito alle ricadute economiche della pandemia. Tuttavia, molte altre variabili sono meno chiare. Per esempio, la durata e le tempistiche del sistema di distribuzione globale dei vaccini contro il Covid-19 e le future politiche dei governi nazionali e dell’UE che verranno messe in atto per mitigare ulteriormente le conseguenze sul sistema finanziario. In questa fase, la maggior parte delle variabili già note e anche quelle sconosciute, possono essere valutate per aiutare a preparare le banche, le autorità di regolamentazione e gli investitori per l’ondata di NPL che è in arrivo. Una combinazione di pianificazione degli scenari e digitalizzazione delle infrastrutture contribuirà a rafforzare la resilienza delle banche e a posizionare il settore per sostenere la ripresa nel lungo termine dei debitori.
Accantonamenti ed esposizioni pregresse
In un primo momento, le banche hanno aumentato i livelli di accantonamento nei propri bilanci. In seguito alla manifestata volontà del governo di sostenere le imprese attraverso garanzie e aiuti pubblici, le banche hanno ridotto gli accantonamenti nel terzo trimestre. La tendenza è stata sostenuta dal front-loading delle perdite di credito nel 1° semestre e dal divieto di distribuire dividendi in tutta Europa. Tuttavia, il trend in evoluzione potrebbe portare ad un nuovo aumento degli accantonamenti nell’ultimo trimestre. In definitiva, questo dipenderà in gran parte dal successo del lockdown, dalla distribuzione ed efficacia dei vaccini, così come dall’allentamento, dall’estensione o dal potenziamento del sostegno pubblico e delle moratorie sulle richieste di fallimento.
La capacità delle banche di assorbire le inadempienze dei prestiti di questa annata dipenderà in gran parte dagli NPL preesistenti, insieme alla misura in cui le esposizioni preesistenti sono oggetto di accantonamento. La situazione si divide lungo il familiare divario Nord-Sud, anche se le banche in Spagna, Italia e Portogallo hanno compiuto progressi significativi. La percentuale di NPL spagnoli è scesa al 3,1% nel primo trimestre, mentre le percentuali equivalenti in Italia e Portogallo sono ancora al di sopra del 6%, ma si sono più che dimezzati tra il 2016 e il 2020. Secondo un’analisi di ING, è probabile che l’ondata di NPL ponga maggiori sfide in paesi come Grecia, Cipro, Italia, Portogallo e Irlanda. Dall’altro lato, conseguenze meno gravi sono previste in Germania, Belgio, Paesi Bassi e Finlandia. Il risultato è che il Covid-19 potrebbe porre maggiore stress finanziario nei Paesi e nei settori bancari che sono meno in grado di gestirlo.
Digitalizzazione
Si dice spesso che le banche siano meglio capitalizzate di quanto non fossero prima della crisi finanziaria globale del 2008, il che colloca il settore in una posizione più favorevole rispetto alla crisi di dieci anni fa. Anche se questo è vero, viene sopravvaluta la resilienza del settore. Le banche pagano ancora le conseguenze derivanti da un decennio di calo della redditività dei prestiti, in parte dovuto ai tassi di interesse tenuti a lungo bassissimi. Quindi, le banche hanno bisogno sia di aumentare il reddito non proveniente da interessi (cioè i mandati basati su commissioni come M&A, IPO, book-running dei mercati dei capitali, consulenza finanziaria aziendale, copertura e cambio di valuta) che di aumentare l’efficienza dei costi.
Insieme, queste sfide hanno spinto il settore bancario verso la digitalizzazione a sostegno della resilienza del modello di business, dell’efficienza e, in definitiva, della redditività. La pandemia ha aumentato ed accelerato la necessità e l’attrattiva di nuovi investimenti tecnologici, data la maggiore dipendenza dei clienti, privati e aziendali, dal digital banking durante il lockdown. Inoltre, le banche hanno già acquisito esperienza nella digitalizzazione dei processi, nella gestione dei clienti, operazioni commerciali e del personale in questo periodo di lavoro a distanza. Tutto ciò ha aumentato l’efficacia nella gestione dei processi digitali, che probabilmente stimolerà ulteriori investimenti futuri.
L’Autorità bancaria europea (EBA) e la Commissione europea hanno avanzato l’idea di una rete paneuropea unificata di società di gestione patrimoniale (AMC – Asset Management Company). Sarebbe stata lasciata agli stati membri dell’UE la possibilità di istituire una AMC. Quelli che lo faranno si coordineranno attraverso piattaforme tecnologiche al fine di migliorare i dati, la trasparenza e l’efficienza nell’esecuzione delle transazioni. Tutto ciò potrebbe aiutare a ridurre lo spread bid-ask e ad aumentare il numero degli investitori in NPL. Una nuova NAMA o una bad bank tipo SAREB potrebbe centralizzare la raccolta dei crediti, il servicing dei prestiti e la ristrutturazione. Potrebbe anche aprire la porta al capitale privato che permetterebbe alle banche di liberare i loro bilanci per sostenere nuovi prestiti alle PMI.
La digitalizzazione del settore bancario è un’aspirazione ambiziosa, ma anche sempre più inevitabile. Richiederà alle singole banche di modernizzare molti processi antiquati, compreso il miglioramento dei servizi di recupero crediti, oltre ad implementare software per permettere alle controparti di comunicare tra loro attraverso data set universali. A questo punto, si configura sia come un’opportunità che come una necessità. Se volete parlare con Debitos del processo di digitalizzazione della vostra organizzazione, contattateci oggi stesso e vi aiuteremo a velocizzare la vostra trasformazione.